Export del Made in Italy: come formulare strategie efficaci per organizzare la logistica internazionale

 

Il 2021 si sta rivelando un anno d’oro per l’esportazione di beni e servizi italiani all’estero. Nonostante i blocchi causati dalla pandemia e la crisi economica che ne è derivata, la ripartenza è stata rapida e i numeri sono in aumento. Vediamo su che note si sta concludendo quest’anno dal punto di vista dell’export e quali accorgimenti adottare per prepararsi ad affrontare i mercati esteri nel prossimo futuro.

Le esportazioni tornano a crescere e superano i livelli prepandemici

Già il rapporto sull’Export 2021, a cura dell’Ufficio Studi di SACE, aveva anticipato che le esportazioni italiane sarebbero tornate a crescere nel 2021 arrivando prima della fine dell’anno ai livelli pre-Covid. Secondo queste previsioni, la vendita di beni italiani all’estero avrebbe dovuto raggiungere quota 482 miliardi entro la fine del 2021. In realtà, questa quota è stata raggiunta già ad agosto 2021 quando il volume delle vendite è arrivato a 494 miliardi, livello più alto di sempre mai raggiunto.

C’è da aspettarsi una chiusura d’anno col botto. Lo stallo di mercato generato dalla pandemia si sta sbloccando velocemente e i dati sull’export continuano a migliorare di mese in mese.

Il settore che sta esportando con più successo è quello dei metalli; mentre l’unico che sta avendo difficoltà a tornare ai livelli prepandemia è quello del tessile-abbigliamento.

carello con scatoli di merce da spedire

Dove esportiamo con più successo

La ripresa dell’export non è uniforme a livello geografico. Ci sono Paesi dove l’Italia ha già recuperato benissimo e continuerà a crescere ad un ritmo stabile come la Germania, gli Stati Uniti, la Svizzera, la Cina, la Polonia e gli Emirati Arabi Uniti.

La Cina è stato il primo Paese ad essere colpito dalla pandemia ma anche il primo ad uscire dall’emergenza. Sfruttando questo momento, la Cina ha incrementato l’acquisto di merci italiane di quasi il 20%. Anche le esportazioni negli USA sono aumentate velocemente e un nuovo piano infrastrutturale sta creando le condizioni per una crescita della domanda.

Ci sono altri Paesi in cui la crescita è più contenuta e non tornerà ai livelli pre-crisi nel 2021, anche se ci sono buone prospettive per l’immediato futuro. È il caso del Regno Unito, che sta probabilmente pagando lo scotto della Brexit, e l’India che è uno dei Paesi colpiti più gravemente dalla pandemia nell’ultimo periodo.

Scenari e incognite per il futuro

Le previsioni di SACE parlano di una crescita dell’export intorno al 4% nei prossimi anni. C’è anche il potenziale offerto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza con riforme strutturali che aumenterebbero la competitività delle aziende italiane sui mercati esteri e potrebbero addirittura migliorare le previsioni. Salvo l’emergere di nuove crisi legate alla pandemia (comparsa di nuove varianti, diminuzione di fiducia nei confronti dei vaccini), il dato positivo sulle esportazioni sembra destinato a continuare.

I merchant che vendono già all’estero e quelli che si stanno attualmente organizzando per farlo, dovranno formulare strategie d’impresa che tengano conto della crescita della domanda nel prossimo futuro. In quest’ottica, sarà indispensabile tenere conto della logistica come fattore chiave per incrementare le vendite e fidelizzare i clienti.

furgone delle consegna su una strada di new york

Come organizzare la logistica per l’export

Va innanzitutto stabilito il modello di spedizione da adottare in base ai volumi di vendita e al valore unitario della merce. Nel caso di prodotti piccoli, leggeri e di alto valore si potrà spedire direttamente dall’Italia; nel caso di prodotti di poco valore sarà invece preferibile organizzare uno più magazzini/hub di smistamento nel Paese di esportazione da rifornire con continuità.

Le modalità di spedizione andrebbero valutate anche in relazione alle aspettative del mercato in cui si esporta. Nel Regno Unito, ad esempio, gli utenti sono abituati a servizi molto rapidi ed efficienti e a non pagare le spese di spedizione. Pertanto, a chi esporta nel Regno Unito conviene utilizzare un magazzino locale e offrire la spedizione gratuita agli utenti.

 

Logistica internazionale e difficoltà burocratiche

Organizzare le spedizioni tra le diverse aree geografiche non è semplice. Non esiste ancora una standardizzazione delle lettere di vettura barcode e ci sono problemi per l’etichettatura e per la gestione dei resi cross-border che anche al rientro dovrebbero essere accompagnati dalla documentazione doganale, certificati sanitari, certificazione d’origine ecc.

Un modo per semplificare la gestione della logistica tra diversi Paesi è affidarsi a operatori internazionali attivi su tutti i principali mercati in grado di superare la difficoltà di integrazione tra corrieri diversi, la gestione dei resi e gli obblighi doganali.

locker per ritiro pacchi di dhl

Scegliere le opzioni di delivery più adeguate

A seconda dell’area geografica, i consumatori preferiscono opzioni di delivery diverse. In Francia, ad esempio, è molto diffuso il ritiro presso i parcel store (punti di ritiro); in Polonia e Germania sono molto usati i locker, armadietti elettronici situati in varie parti della città ai quali si accede con un codice personale inviato via mail o telefono. In USA, analogamente al mercato britannico, viene preferita la consegna gratuita a casa o in ufficio.

È importante valutare i partner logistici anche in base alle opzioni di delivery che propongono. Anche in questo caso, grandi operatori multi corriere come Rete Logistica sono in grado di offrire un’offerta più ampia e flessibile capace di adeguarsi di volta in volta ai mercati in cui si esporta.

 

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